Cosa sono queste due condizioni?
La steatosi epatica non alcolica (NAFLD Non Alcholic Fatty Liver Disease) è una malattia caratterizzata dall’accumulo di grasso nel fegato.
Poiché in passato la steatosi epatica era dovuta principalmente all’alcol si è sentito il bisogno di raggruppare tutte le altre cause di steatosi sotto il nome di steatosi NON alcolica. La soglia per cui viene definita “non alcolica” è stata stabilita a livello internazionale in 20-30 grammi al giorno (equivalenti a 2-3 bicchieri di vino o 2 “drinks” al giorno). Gran parte delle steatosi non alcoliche è dovuta alla sindrome metabolica, termine con il quale non si fa riferimento a una singola patologia ma a un complesso di alterazioni metaboliche ed emodinamiche. Tra queste le più frequenti sono la iperinsulinemia, la dislipidemia e l’ipertensione arteriosa.
La steatoepatite non alcolica (NASH: Non Alcoholic Steato-Hepatitis) è un sottogruppo della NAFLD in cui la steatosi causa infiammazione e danno epatocellulare, che si manifesta spesso con aumento delle transaminasi e della gammaGT. La NASH può portare fino alla cirrosi e all’epatocarcinoma.

Quanto sono diffuse?
La steatosi epatica è presente in circa il 25% della popolazione italiana tra i 18 e i 75 anni, con una maggiore prevalenza nei maschi. La NASH, che come abbiamo detto è un sottogruppo della semplice steatosi, si manifesta in circa il 10 % dei soggetti che hanno la steatosi. Si prevede che l’incidenza di tale patologie aumenterà nei prossimi anni, di pari passo con l’aumento della prevalenza dell’obesità, del diabete e della sindrome metabolica.
Quali sintomi provocano?

La NAFLD/NASH si manifesta in modo subdolo e spesso asintomatico. Il paziente solitamente non accusa nulla se non un senso di peso in ipocondrio destro e la diagnosi viene fatta solitamente per un riscontro occasionale agli esami ematochimici di un aumento delle transaminasi o più spesso della gammaGT, o per il riscontro occasionale ad una ecografia dell’addome di un fegato “brillante”, addensato.
Chi è più spesso affetto dal fegato grasso?

Gli obesi sono certamente coloro che più frequentemente hanno un fegato grasso. L’ obesità è infatti il primo e più importante fattore di rischio per la steatosi soprattutto se il sovrappeso si acquisisce in età pediatrica.
Strettamente correlato all’obesità è il diabete. I soggetti diabetici sono quindi anch’essi frequentissimi portatori di steatosi epatica non alcolica. Il riscontro di un fegato grasso precede a volte di molti anni un diabete manifesto (glicemia >140).
Tra i fattori nutrizionali importanti nella insorgenza del fegato grasso, a parte l’eccesso di apporto calorico che rappresenta pur sempre il fattore decisivo, anche la composizione qualitativa della dieta gioca un ruolo rilevante. Favoriscono la steatosi l’assunzione di cibi ad alto contenuto di colesterolo e di acidi grassi saturi ed i cibi con carboidrati ad alto indice glicemico.

Alimenti con molto colesterolo e molti acidi grandi saturi sono i formaggi, il burro, gli insaccati e le carni grasse
I principali alimenti ad alto indice glicemico sono lo zucchero, il pane, la pasta e il riso
Mangiando alimenti ad alto indice glicemico:

> la glicemia sale di più e più in fretta;
> la risposta insulinica è più elevata;
> lo stress ossidativo aumenta (invecchiamento precoce, rischio oncologico);
dopo 2-4 ore la glicemia scende e torna la fame;
> nel tempo si crea un sovraccarico di lavoro per il pancreas che causa inizialmente insulinoresistenza e successivamente la comparsa del diabete
La steatosi epatica, oltre ai fattori ambientali sopra ricordati ha origine anche in fattori genetici. I fattori genetici associate all’insorgenza della steatosi che sono stati finora individuati sono almeno cinque. Tra questi i più studiati sono la mutazione del gene PNPLA3 conosciuta come rs738409 c.444 e la mutazione del gene TM6SF2.
La prima variante genetica trovata associata alla NASH è un polimorfismo a singolo nucleotide (SNP) non sinonimo nel gene PNPLA3 noto come adiponeutrina o come rs738409 c.444 C> G p.I148M. Questa variante genetica è associata a steatosi epatica, steatoepatite, livelli elevati degli enzimi epatici nel plasma, fibrosi epatica e cirrosi.
Un’altra variante genetica è la mutazione del gene TM6SF2. Questa variante (un polimorfismo nel membro 2 della superfamiglia transmembrana 6 (TM6SF2) è associato con contenuto di grasso nel fegato aumentato, NASH, fibrosi epatica avanzata e cirrosi. I portatori della variante TM6SF2 E167K hanno fegato grasso a causa della ridotta secrezione di lipoproteine a densità molto bassa (VLDL) ed hanno anche una maggiore produzione epatica di colesterolo e di altre specie lipidiche lipotossiche. Questi soggetti hanno tuttavia un profilo lipidico migliore e meno arteriosclerosi a causa della ridotta secrezione di VLDL.